C.A.M - Cambio al Manubrio

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Preparate i vostri mezzi e mettetevi a dieta. Quest'anno vogliamo esagerare!!! :big_sm:


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Autore Topic: RAID DEI LEONI  (Letto 4903 volte)

bubbo

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RAID DEI LEONI
« Risposta #10 il: 19 Giugno , 2011, 20:57:09 »
29/06/2008 IL TERZO GIORNO
Ci svegliamo piu’ o meno alle 8,00, la mia sveglia fisiologica ha funzionato e siamo presto pronti a partire. Alziamo con timore il “cerotto” con il quale Paolo ha tentato di medicare la saldatura della mia Vespa, tutto bene, la crepa si e’ fermata e non prosegue il suo cammino. Ci dirigiamo al centro di AIX per fare colazione e parcheggiamo ai lati di una solitaria PX francese. Trovo La colazione in Francia  piu’ costosa, in particolare costa molto il cappuccino ed e’ frequente incontrare bar senza cornetti o per dirla alla francese “croissant”. La carestia di cornetti e’ per me  veramente una cosa brutta, inoltre quando li troviamo mi sembrano molto piu’ grassi dei nostri e non mi piacciono molto. Quando andiamo a riprendere le Vespe e’ arrivato anche il francese proprietario della Vespa che abbiamo “circondato” cominciamo immediatamente a fraternizzare, a scuola ho fatto sette anni di francese e con la lingua locale me la cavo decentemente, sono in grado di formulare qualsiasi domanda, capendo quasi tutte le risposte. Non e’ proprio cosi’ per Paolo, che all’epoca studio’ lo spagnolo, comunque e’ convinto di farsi capire in qualche modo. Il francese quando apprende che siamo partiti due giorni prima da Roma con destinazione Parigi ci sorride meravigliato e ci fa notare che la sua Vespa e’ parigina, infatti la targa finisce con il numero 75 che e’ il department di Paris, (la Francia e’ divisa in Dipartimenti che sono numerati in ordine alfabetico, ad esempio al dipartimento delle Alpi marittime iniziando per la A e’ stato assegnato il numero 06, la P di Parigi ha il numero 75) comunque la sua Vespa e’ arrivata fino qui jn treno, al momento di partire veniamo salutati calorosamente al grido di bon voyage! bonne chance!
Puntiamo dritti verso nord, e la strada e sempre piu’ bella, ci sono poco curve ed e’ tutta in pianura, non ci sono buche, anche quando ci sono dei rattoppi visibili la Vespa li oltrepassa senza avvertire nessun sobbalzo. Ora indosso una camicia acquistata ad un mercatino a Genova al prezzo, genovese anch’esso, di 10,00 euro, e’ bella grande, e’ a maniche lunghe e di cotone al 100%, non e’ molto alla moda con i suoi quadratini neri su fondo bianco, tuttavia fa molto campagna francese e poi mi protegge gli avambracci dal sole, a tale proposito stimo di aver una ustione di primo grado ad entrambe le braccia e sui polsi, dove la camicia non copre, avverto il bruciore anche del pallido sole del mattino. Oggi e’ domenica e considerando che dobbiamo fare il pieno molto spesso, riempiamo al primo benzinaio anche la tanica di emergenza regalataci a Roma, sarebbe stupido rimanere fermi per mancanza di carburante considerato che abbiamo oramai solo 8 giorni scarsi a disposizione e  tanti chilometri da percorrere. La tanica poi non ci e’ servita ma ci ha permesso di viaggiare con tranquillita’. Puntiamo verso Avignone e Lione, la strada corre veloce, in Francia i semafori sono rari, gli incroci a raso sono tutti realizzati tramite rotatorie. La trovo una scelta intelligente, i vantaggi della rotatoria sono molti, non serve energia elettrica, per affrontarla e’ comunque necessario rallentare e pertanto gli incidenti difficilmente sono gravi e le auto nonsi colpiscono ami perpendicolarmente come ad un semaforo, chi e’ dentro la rotatoria ha la precedenza e la regola e’ semplice da rispettare, non si fanno attese inutili, non capisco perche non ci adeguiamo anche noi. Lungo la strada ci fermiamo da un fruttivendolo ed approfittiamo per mangiarci mezza anguria a testa, stavolta il previdente sono stato io che ho portato un coltellino multiuso, le Vespe ferme in bella vista, invitano anche un motociclista Olandese ad una sosta; indossa una moderna tutta di pelle nera ed e’ insieme alla sua donna sopra una grossa BMW da enduro. Appena gli olandesi sono scesi dalla moto cominciamo a scrutarci reciprocamente da lontano come fanno i cani quando vedono un loro simile, basta un cenno di saluto e l’Olandese si avvicina a noi; non e’ un ragazzino, avra’ piu’ di 50 anni, ma e’ molto curato ed ha un fisico tonico, della sua donna non si puo dire altrettanto, evito addirittura di incrociare con lei lo sguardo. Il tizio parla inglese, lo capisco ma riesco a rispondere a fatica, sembra che nella mia testa sia rimasto aperto solo il vocabolario di Francese, comunque ci riferisce che ha caricato la sua moto in treno e sta facendo un giro da queste parti, approva anche lui che le strade francesi sono molto buone, mentre io affermo che per circolare in moto per Roma e’ necessario essere dei campioni di enduro e motocross. Rinfrancati dal fresco frutto di stagione che nei suoi colori ci ricorda la patria natia riprendiamo il viaggio. Ormai non ci fermiamo piu’ per il pranzo, siamo sempre sopra la Vespa e ci fermiamo unicamente per fare il pieno alle Vespe, noi ci concediamo al massimo una birra piccola. Non sono un bevitore di birra, ma adesso capisco il connubio che si e’ creato fra motociclisti e birra, la birra e’ il nutrimento ideale per il motociclista: il sole ed il vento della corsa disidratano il centauro e la birra reintegra i liquidi fornendo quelle poche calorie senza appesantire lo stomaco, inoltre e’ scarsamente alcolica e bevendone una piccola dose siamo certi di ritemprarci e di non girovagare ubriachi per la Francia . Nel pomeriggio ci rifermiamo ad acquistare della frutta da una fruttivendola ambulante ferma sul ciglio della strada. la signora parla un italiano fluente e ci informa di essere stata sposata con un italiano, acquistiamo delle pesche e delle ciliegie buonissime, evitando, dietro consiglio della venditrice di acquistare le albicocche perche’ non ancora mature. La signora ci da una bella dritta sulla strada consigliandoci di risalire il Rodano percorrendo la riva destra in quanto la strada e’ piu’ bella ed adeguata ai nostri potenti mezzi, riprendiamo il viaggio ed attraversata una diga cominciamo a percorrere la strada che costeggia l’alveo del fiume,. Incontriamo moltissimi motoclisti, qualcuno, ed anche di quelli seri, ci saluta o con il pollice alzato oppure sollevando il piede dalla pedana, rispondiamo sempre al saluto ed cominciamo anche a salutare per primi. Su questa strada Paolo riesce a conquistare il suo record di dimenticanza della freccia. Il precedente record era di 5km ma stavolta riesce a raggiungere i 30km! Il precedente record e’ stato stracciato, ma quando lo avviso non sembra particolarmente contento, forse e’ consapevole che puo’ fare di meglio…
Ad un tratto giungiamo in un paesino in cui la musica e’ assordante, sulla destra ci sono centinaia di moto parcheggiate, su di un cartello c’e’ scritto FETE DE LA MOTO, ci fermiamo. L’ambiente e’ variopinto ci sono anche delle bancarelle che vendono accessori vari per motociclisti, bandiere, cinte, bandane da Harleysti e l’immancabile birra della quale  consumiamo l’abituale piccola dose. Vengo attirato (ed allo stesso tempo ignorato), da una Harleysta dall’aspetto un po truce ma accattivante, accanto a lei ci sono due maschietti che all’apparenza sembrano dei tagliagole, con lo sguardo traverso faccio notare l’amazzone a Paolo che concorda con me, sia sulla truce belta’ della ragazza ed anche che sia il caso di voltar lo sguardo altrove. Ad un tratto sentiamo un rumore di motori proveniente dal sottostante bacino del fiume, si tratta di una rappresentazione di stunt man in moto, lo spettacolo offerto e’ appassionante: burn out, impennate con ruota anteriore e posteriore, traversi in accelerazione, cose incredibili ! al momento di ripartire, e consapevole di coprirmi di ridicolo, mi impegno con un burn out con la mia povera Vespa, pongo la ruota anteriore sull’asfalto mentre lascio la posteriore sullo sterrato dando tutto gas! sollevo un polverone e rimango fortunatamente ignorato da tutti, anche da Paolo che preso di sorpresa non riesce a filmare adeguatamente la scena. Ripartiamo insieme ad un gruppo di harleysti che, credo malvolentieri ci inglobano nel loro mucchio selvaggio, ad un semaforo vedo uno di loro che guarda incuriosito i nostri adesivi e lo saluto alzando il pollice, lui mi risponde allo stesso modo con un bel sorriso che sembra un misto tra la simpatia ed il compatimento! La strada e’ bella e superiamo tante ma tante cose che meriterebbero una sosta ma la nostra destinazione e’ imperativa: PARIGI O MORTE! La sera alle 20.00 e dopo circa 450 km giungiamo a Chalon e troviamo un ottima sistemazione in albergo della catena IBIS e con sommo compiacimento ci viene permesso di parcheggiare le vespe di fianco all’entrata principale. Tramite una convenzione con un club di cui Paolo e’ socio pagheremo il prezzo piu’ basso in assoluto di tutto il raid circa 45 euro in due! La sera Paolo non e’ in vena di fare giretti turistici, usciamo comunque con il casco per trovare un bel ristorantino e considerando che anche a me non sembra che ci sia molto da visitare ci dirigiamo nel ristorante adiacente l’albergo dove consumo un filetto alla tartare (si tratta di carne macinata cruda con accanto dei vasetti con varie salsine fra le quali la micidiale mostarda forte di Digione che ha il colore, l’odore ed a mio parere anche il sapore del BOSTIK non ne condivide pero' le proprieta' adesive) io mi sono un po disidratato e come sempre accade quando vado un pochino a debito di acqua comincio a bere in modo veramente esagerato, ordiniamo immediatamente due bottiglie d’acqua una gassata ed una liscia ed una bottiglia di rosso, l’acqua in poco tempo e quasi finita e devo riordinare una altra bottiglia di acqua liscia che miscelero’ con la frizzante in quanto da queste parti la frizzante e’ veramente potente, in fondo questa e’ la patria della atomica Perrier.  Torniamo in albergo a panza piena, Paolo sembra piu stanco di me o forse io mi sono bevuto l’acqua e lui il vino, e cammina piu’ lentamente e mi costringe a precederlo anche se lui e’ in possesso della tessera per aprire la stanza, ad un tratto mi arresto e Paolo comincia ad armeggiare nella serratura della porta in quanto la tessera non ne vuole sapere di aprire, a quel punto intervengo anche io girando e rigirando la tessera e dando degli scossoni alla porta, ad un tratto veniamo interrotti da un urlo: proviene da dentro la stanza! In un attimo capiamo che abbiamo sbagliato stanza e scappiamo velocemente ridendo con le lacrime agli occhi! Deduciamo che forse non siamo molto lucidi, ricostruiamo l’accaduto e capiamo che io non sapendo dove andare mi sono fermato in mezzo ad un corridoio e  Paolo pensando che l’avessi portato alla meta ha pensato bene di tentare di aprire la porta piu vicina!   Fortunatamente sulla tessera c’e’ scritto il numero della nostra stanza e dopo un paio di svolte sbagliate imbocchiamo la retta via. Giunti nella tanto ricercata stanza  telefoniamo alle rispettive  case, mia moglie mi dice fra l’altro che sta aggiornando il forum della GIULIA FAN’S CAFE’ dove scrivo spesso ed ha ricevuto tanti post di incoraggiamento un po’ da tutti gli amici, questo mi fa immensamente piacere, ho anche un adesivo sul bauletto intitolato al FORUM ed e’ uno di quelli che non si e’ ancora staccato. Domani abbiamo come destinazione Parigi, mancano circa 350 km e sappiamo di avere ottime possibilita’ di arrivare ma al fine di non perdere tempo prezioso e non arrivare troppo tardi mettiamo la sveglia alle 6.00, ma confido sempre nella mia sveglia biologica. Ci addormentiamo come angioletti nel consueto stile delle bambole Furga
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Offline Lore4T

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RAID DEI LEONI
« Risposta #11 il: 19 Giugno , 2011, 23:18:04 »
Citazione da: bubbo - 19 Giugno , 2011, 20:57:09
[...] ad un tratto mi arresto e Paolo comincia ad armeggiare nella serratura della porta in quanto la tessera non ne vuole sapere di aprire, a quel punto intervengo anche io girando e rigirando la tessera e dando degli scossoni alla porta, ad un tratto veniamo interrotti da un urlo: proviene da dentro la stanza! In un attimo capiamo che abbiamo sbagliato stanza e scappiamo velocemente ridendo con le lacrime agli occhi! [...]
:laugh:  :laugh:  :laugh:
Spettacolo  :laugh:
Ho avuto a che fare con alberghi francesi, l'anno scorso... :pain:
Come vi siete trovati? ???
Non avete mica trovato stanze con moquette rivestita di vomito da ubriaco, il letto con litri di -b-r-, simpatiche piattole che salivano sulle lenzuola (spiaccicate con le ciabattine della Conad  :laugh: ) e un francese truzzo che alle 2 di notte ti rompe i maroni bussando alla finestra e chiedendoti se gli cedi la stanza per "divertirsi" con la sua ragazza?  :ko:
Ciao, Lore
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bubbo

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RAID DEI LEONI
« Risposta #12 il: 20 Giugno , 2011, 10:18:40 »
ciao Lore4t, simpatiche queste tue esperienze! No fortunatamente gli alberghi francesi sono stati ottimi! Non come quelli italiani, vedrai in seguito...
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IlSanto

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RAID DEI LEONI
« Risposta #13 il: 20 Giugno , 2011, 10:25:39 »
Citazione da: Lore4T - 19 Giugno , 2011, 23:18:04
:laugh:  :laugh:  :laugh:
Spettacolo  :laugh:
Ho avuto a che fare con alberghi francesi, l'anno scorso... :pain:
Come vi siete trovati? ???
Non avete mica trovato stanze con moquette rivestita di vomito da ubriaco, il letto con litri di -b-r-, simpatiche piattole che salivano sulle lenzuola (spiaccicate con le ciabattine della Conad  :laugh: ) e un francese truzzo che alle 2 di notte ti rompe i maroni bussando alla finestra e chiedendoti se gli cedi la stanza per "divertirsi" con la sua ragazza?  :ko:
Ciao, Lore

Certi incubi li ho vissuti in una guest-house ai caraibi sull'isola di St Marteen, nella parte olandese.
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Offline lo_zarro

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RAID DEI LEONI
« Risposta #14 il: 20 Giugno , 2011, 10:33:24 »
Citazione da: IlSanto - 20 Giugno , 2011, 10:25:39
Certi incubi li ho vissuti in una guest-house ai caraibi sull'isola di St Marteen, nella parte olandese.
io poco fuori benidorm, in spagna..
ma lì ce l'aspettavamo: era la semana grande e TUTTI gli alberghi e i campeggi erano pieni e trovammo posto solo in un motel a ore subito fuori dal paese, lungo la statale!!
frequentato da personaggi che potete ben immaginare!!
il proprietario era occupato con un'avvenente ragazzona di colore che doveva essere particolarmente povera visto che era praticamente svestita!

il mio copriletto, a seguito di un'accurata ispezione, ha preso la strada della finestra finendo 4 piani sotto per lo schifo! nno ho voluto ispezionare il lenzuolo.. ho preferito far finta di nulla!
volendo guardare un po di TV prima di dormire ci siamo pure resi conto che gli unici canali disponibili erano canali non adatti a un pubblico al di sotto di una certa età!

sono avventure!!
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Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia! Chi vuol'esser lieto, sia: del doman non c'è certezza.
L. de' M.

IlSanto

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RAID DEI LEONI
« Risposta #15 il: 20 Giugno , 2011, 10:49:51 »
Avventure... Che però mi fanno rimpiangere la cara e vecchia "Pensione Ancora" a 1 stella di Gatteo Mare! Piccola ma sinceramente pulita, arredata con mobilio in formica e impiallacciato, e lampade in bachelite dai colori psichedelici, e la caffettiera da espresso bar Faema subito dietro il bancone della reception... Che sogno!!!  :-* Che nostalgia  :'(
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bubbo

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RAID DEI LEONI
« Risposta #16 il: 20 Giugno , 2011, 23:02:39 »
30/06/2008 il quarto giorno
La sveglia suona all’ora stabilita ma mi trova in dormiveglia anche se il mio orologio biologico aveva tentato di svegliarmi qualche minuto prima. Usciamo in breve dall’albergo e lo spettacolo che ci offre questa mattina non e’ proprio confortante: siamo in mezzo la nebbia ed e’ molto umido, le vespe sono coperte di brina, accendiamo i motori che rispondono prontamente e ci fermiamo quasi subito per fare colazione, sono le 7:30 e fa freddo, io non ho portato alcun indumento tecnico, sono costretto ad affrontare il freddo con la seguente configurazione: due tshirt una sull’altra, camicia a maniche lunghe, maglione di filo e kwai per finire; non ho altro. Il caffe mi risveglia i sensi e mi accorgo che gli avambracci ustionati mi danno fastidio e seguendo il consiglio di Paolo acquisto un crema idratante, sono gia vestito e non ho voglia di rispogliarmi e perdere il tepore acquisito, pertanto tiro su le maniche e mi spalmo la crema sugli avambracci direttamente sui peli facendo un inguacchio pauroso, Paolo mi guarda con un sorriso schifato e mi apostrofa dicendo” ma tu guarda con quale animalone schifoso mi tocca di andare in giro!”
Partiamo e ci infiliamo subito in una foresta nebbiosa nella quale una lingua di asfalto si incunea senza quasi mai curvare, sento un po di freddo ma lo sopporto sperando che a breve il sole sorga e spazzi via questa nebbia e questo freddo, questo accade dopo piu di un ora di questa strada in perenne leggera salita. Finalmente si riesce a viaggiare beatamente, Paolo tira fuori la telecamera e riprende anche on the Road, quando ci affianchiamo ci scambiamo gesti incoraggianti per spronarci a vicenda, ma il massimo lo faccio io: in una precedente sosta fisiologica ho raccolto discretamente un ramo lungo e sorprendemente diritto, al momento di sorpassare Paolo, mi sollevo dalla sella e sporgendomi in avanti  impugno la “spada”  nella sinistra, poi molleggiando sulle gambe, impegno tutta la mia Vespa in una sfrenata carica alla generale Custer. Vedo Paolo sbandare un pochino in preda alle risate. Si cominciano a vedere le indicazioni stradali che riportano “PARIS” e ce le indichiamo ripetutamente l’uno con l’altro.  Le strade sempre piu grandi ed il traffico piu pesante ci fanno intuire di essere alle porte di Parigi, ad un tratto all’orizzonte si vede una grande metropoli penso proprio che ci siamo quasi, ci scambiamo gesti di intesa annuendo nei nostri caschi integrali. Siamo nella periferia della metropoli ma non sappiamo dove andare e cerchiamo di seguire i cartelli che indicano il centro, alla fine ci infiliamo dentro una tangenziale densa di tunnel, non sappiamo bene dove siamo ed intubati in  questo traffico frenetico non possiamo chiedere la strada a nessuno, all’uscita di un ennesimo tunnel comincia un leggera salita ed al culmine di quella cessano finalmente i muri che ci fanno da sponda e possiamo guardarci intorno, alla nostra sinistra si spiana la citta ed al centro di questa appare la Tour Eiffel! Iniziamo a suonare i cicalini delle Vespe all’impazzata ed a sobbalzare sulle selle! Almeno qui ci siamo arrivati! I leoni e le Vespe hanno conquistato Parigi! Ci dirigiamo a naso verso la Tour Eiffel ma la sua maestosità e’ presto coperta dall’altezza di palazzi parigini, quando decidiamo di chiedere la strada una squisita vecchina ci dice” ma oui la Tour Eiffel c’est  ici!  tournez a droite! Un po distratti e poco fiduciosi  giriamo a destra e ci accorgiamo di essere alle pendici della torre! Siamo arrivati! Ci fermiamo, sono le 13:45 e inviamo altisonanti sms ai rispettivi amici, e’ il momento di rilassarsi, provvedo a togliermi il kwai e rimango solo con la mia tshirt verde personalizzata. Sulla schiena invece di un inflazionato “DE PUTA MADRE” ho scritto una bella scritta in romano “DE MIGNOTTA FIJO”. Con  questa maglietta e con la mia Vespa targata Roma giro fieramente per le strade di Parigi e mi faccio in parata solitaria e completamente ignorato da tutti gli Champs Helysees.  La frizione va sempre male ed ora che sono in citta’ il difetto e’ piu evidente e cerco di sopperire allo stesso con tutta la mia esperienza, dopotutto circolo con mezzi d’epoca, o meglio vecchi, riparati autarchicamente da quando sono nato. Mi accorgo anche di un nuovo difetto: la Vespa al minimo fa un rumore ciclico e batte qualcosa dietro la ventola e dopo poco il motore si blocca, dando gas ed aumentando i giri il rumore scompare e la Vespa sembra andare bene. Non so che difetto sia ma sono molto preoccupato, per il momento non voglio dirlo a  Paolo per non rovinare il momento magico e mantengo il riserbo. Non funzionano nemmeno le luci ma solo frecce e clacson ma stasera usciremo lo stesso! Decidiamo nel mentre di dirigersi verso il Trocadero, abbiamo qualche difficoltà nel lasciare le Vespe ed alla fine parcheggiamo accanto a altri motocicli che sostano molto all’italiana: deduco che quando il traffico e’ eccessivo non c’e’ educazione civica che tenga, anche la civilissima Francia si inginocchia al caos.  Mentre scegliamo un bar per consumare la consueta birra  Paolo mi dice: “a Fu guarda un po che ho acchiappato?” sul momento non capisco, poi Paolo mi dice” guarda un po come mi guarda quella ragazza mezza asatica seduta nel bar?” indirizzo lo sguardo ed effettivamente vedo un bellissima donna dai tratti orientali che sorride a Paolo, domando a me stesso: cosa succede? A parte qualche saluto da qualche bella vespista nella zona di Lione mi sembra che siamo come trasparenti al cospetto degli sguardi femminili, nel senso che proprio non ci si filano!  Ma qui la cosa e’ inequivocabile! Non si tratta di escort, perche il luogo non si addice. Comunque non essendo dediti al turismo sessuale e considerando che abbiamo consapevolmente lasciato i rispettivi pisellini a casa in custodia alle beneamate consorti lasceremo che questa vicenda si concluda qui senza ulteriori sviluppi. Ci accingiamo ad entrare nel Trocadero per ammirare la sua vista panoramica, mi sento bene: sono arrivato alla meta, sono gia’ dimagrito, sono abbronzato (seppur alla muratora e con principi di ustioni) alla fine sembra pure che si possano risvegliare gli inpulsi venerei che si credevano sopiti. Mentre passo in mezzo ad una fiumana di vocianti giapponesi portando sulle spalle la borsa anteriore ed in mano il casco faccio finta di ammollare un schiaffone ad una giapponese che ingnara mi ha appena oltrepassato, Paolo sorride alla scena.  Cominciamo ad essere stanchi e troviamo presto  un albergo decente in una zona semicentrale e dopo una doccia ristoratrice riprendiamo le Vespe per cenare nel quartiere  Montmartre per integrare il nostro viaggio boehemien, al momento di parcheggiare le Vespe tolgo il cofano destro per ascoltare il motore e Paolo si avvicina incuriosito. E arrivato il momento di confessare: il motore si arresta bruscamente e la leva di accensione si scende lentamente fino ad impuntarsi. Dico a Paolo “ho paura di aver sbiellato” , Paolo saggiamente mi riferisce che con le gambe sotto al tavolo si ragiona meglio e dopo aver girato un pochino tristemente decidiamo di entrare in un ristorante. Ordiniamo cozze e “frites” e la solita boccia di bianco, Paolo mi dice di essere pronto a tornare anche in due e con una sola Vespa, oppure affittiamo un furgone sul quale caricare entrambe le Vespe fino al confine italico. Ad un tratto lo vedo rasserenarsi e mi dice “Fulvio noi torneremo: abbiamo lassu qualcuno che ci guarda.” E’ vero: abbiamo entrambi perso da poco tempo le nostre mamme e questa affermazione convince anche me. Paolo ha poi dei rapporti particolari con il sovrannaturale ai quali la mia razionalita non vuole credere e la mia paura mi tiene comunque lontano, credo anche che sia una sorta di sonnambulo, e spesso mi ha raccontato delle sue sfide notturne con gli spettri che sembrano oramai terminate con una sua vittoria schacciante, ci vuole un certo coraggio a dividerci a stanza, comunque sia, sono certo che non mi fara’ mai del male, caso mai dovremo lottare insieme contro chissa quali spiriti.   
La mia Vespa parte oramai  solamente a spinta ma io sono sicuro che tornero’ a Roma con lei, io torno sempre a casa! So come fare: dovro’ mantenere sempre il motore in coppia evitando di sovraccaricarlo e scalando all’occorrenza le marce, aumentero’ la percentuale d’olio al 3 o 4 per cento e che la forza sia con noi! A casa non diro’ nulla, li farei preoccupare inutilmente. Nel taccuino che aggiorno ogni sera prima di andare a dormire, e che mi e’ stato tanto utile per mantenere vivi i ricordi e le sensazioni, scrivo a grandi lettere: BUBBO RITORNERA’!   
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RAID DEI LEONI
« Risposta #17 il: 22 Giugno , 2011, 12:24:10 »
Spassosissima quella del ramo stile generale Custer  :laugh:

I Leoni sono poi rientrati nella capitale?
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bubbo

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RAID DEI LEONI
« Risposta #18 il: 22 Giugno , 2011, 23:15:48 »
Ciao Alex! Non posso risponderti per non rovinare il finale! Comunque ecco un altra puntata, scusate lo stile ma ora lo sto scrivendo velocemente consultando sia  il taccuino di viaggio, ma ancor di piu' gli spendidi ricordi. 

01/07/2008 il quinto giorno
Ci svegliamo nella ville lumiere, anche oggi e’ una bella giornata di sole, decidiamo di spendere la mattinata per un giro dentro Parigi, nel primo pomeriggio ripartiremo. Forse saro’ pure un po campanilista ma Parigi non mi entusiasma, anzi forse mi e’ un po antipatica,  abito in una delle metropoli piu’ belle del mondo e sono portato a fare i paragoni, e Parigi non mi sembra affascinante quanto Roma. Forse scappare da un metropoli per poi essere ingabbiato in un'altra mi infastidisce. Mi piace viaggiare e ringraziando il cielo ho visto un po di posti dove mi piacerebbe vivere e lavorare, ma Parigi non rientra tra le prime dieci e Milano e’, nella mia personalissima classifica, sopra di lei. Ad onor del vero, non siamo partiti per visitare Parigi e la nostra visita si limitera’ ai monumenti piu scontati. Forse questo e’ un grosso errore, perche’ spesso si rimane incantati da alcune particolarita’, sconosciute ai piu’,  che rimangono impresse per sempre. In questo viaggio non ci siamo documentati dal punto di vista turistico e non ci rimarranno impresse le bellezze di Parigi ma bensì di altri luoghi e piccoli centri incontrati sulla strada che, purtroppo, la mancanza di tempo ci ha impedito di gustare appieno. Una cosa e’ certa le sensazioni provate non le dimenticheremo piu.   Andremo in due con la Vespa di Paolo, la mia Vespa non e’ in condizioni di affrontare il traffico cittadino, con la sua frizione modulabile come il taglio della corda di una catapulta e con il motore che necessita di girare “alto” non faremmo molta strada. Decidiamo di andare a visitare l’ Arc du Triomphe  e gli  Champ Elysees, per ragioni logistiche  guidero’ io la Vespa di Paolo, infatti essendo io alto un metro e novanta sono piu a mio agio nel trasportare Paolo che si attesta sul metro e settanta, viceversa ci troviamo impacciati. Fortunatamente siamo motorizzati, ricordo che in un precedente viaggio a Parigi rimanemmo a piedi in un freddissimo dicembre  al centro degli  Champ Elysees, non so quanto questi siano lunghi ma cammini senza mai vedere avvicinare la fine del Viale, me li ricordo come un incubo. Ci fermiamo presso i negozi di rappresentanza della CITROEN e della RENAULT dove acquistiamo dei modellini promozionali, questa e’ una delle nostre comuni passioni. Nel bar al primo piano dello stand Renault, decidiamo di concederci una pausa, ordino un prosecco e la banchista ci chiede se siamo spagnoli, e’ stata probabilmente tratta in inganno dalla scritta “DE MIGNOTTA FIJO” , la “j” nell’alfabeto italiano non c’e’, ma nel romano si! Decidiamo poi di andare presso i famosi magazzini Lafajette, Paolo si districa abbastanza bene con le cartine e la strada, seppur con qualche dubbia deviazione, viene presto trovata. Nei magazzini Lafajette Paolo da il meglio di se stesso: si fa un po di foto indossando dei bei perizoma sulla sua testa pelata, riesce poi a perdersi la bandana che gli cade nella chiostrina di una scala mobile, e poi si dimentica il casco ad una cassa del quinto piano. Fortunatamente con il mio francese scolastico riesco a farmi capire da una cassiera ed il casco viene presto ritrovato. Dopo aver acquistato qualche articolo strampalato decidiamo di tornare in albergo ed organizzarci per il viaggio di ritorno verso casa. La mia Vespa mi aspetta accostata al muro dell’albergo, presto la ricarico per la ripartenza, tiro l’aria, mi butto in una leggera discesa ed un piacevole borbottio mi avverte che il motore e’ in moto, bene, lo dovro’ lasciare sempre su di giri e speriamo bene. Considerate le condizioni disperate decidiamo di uscire dal traffico di Parigi prendendo l’ “AUTOROUTE” ; con il mio 125 non potrei farlo ma accettiamo il rischio, qui lo scorrimento e pure troppo veloce! Non vorrei che il mio motore si bloccasse proprio qui! Ma proprio in questo momento di vera preoccupazione, un motociclista in tuta nera su una  maximoto ci sorpassa e ci saluta con rispetto, subito dopo di lui ci sorpassa un altro motociclista su una grossa BMW che impegnato in curva ci saluta sollevando un piede. La cosa mi rincuora molto, penso di avere l’aiuto di tutti e ce la faro’! Questi due sconosciuti motociclisti non sapranno mai quanto sia stato utile e gradito il loro saluto. Appena usciti da Parigi ci dirigiamo sull’ottima RN7 che gia conosciamo avendola percorsa all’andata e la Vespa sembra andare avanti senza avere grossi problemi, andiamo avanti ad oltranza, siamo partiti da Parigi alle ore 12,30 e contiamo di arrivare a Chalon in serata. Dopo qualche ora ci troviamo nella verde e piana campagna francese, nelle mie elugrubrazioni mentali, sempre presenti in questi viaggi, penso a quando le armate di Hitler invasero la Francia nel 1940. Effettivamente con queste pianure senza particolari ostacoli naturali e’ stato sufficiente sfondare la prima linea e mettere la necessaria benzina a dei veloci e potenti carri armati per raggiungere abbastanza faclmente Parigi. Lungo la strada ci riappare un borghetto che gia conosciamo: nell’unico bar presente fa queste quattro case avevamo fatto colazione all’andata consumando due pessimi “cafe au lait” preparati pero’ da una pulzella francese veramente carina, una moretta con un sorriso alla Letizia Casta ed un fisico alla cantante LIO’ , memori di tale presenza ci fermiamo al primo sguardo d’intesa.  Entriamo baldanzosi nel bar, ed invece di trovarlo praticamente deserto come l’andata, lo troviamo pieno di gente: ci saranno almeno sei ragazzi alti quasi quanto me ma con almeno venti anni di meno, muniti di piercing e tatuaggi e sono tutti intorno la ragazza. Paolo e’ dietro di me ed entra inconsapevole nel locale ed esordisce con sonoro “buongiorno” in perfetto italiano come ogni volta che crede di farsi capire dai francesi: Il gelo scende nel locale tutti gli sguardi degli uomini sono rivolti verso di noi, non sembriamo ben accetti e sembra che abbiamo interrotto qualcosa, fortunatamente il padrone del locale ci riconosce e ci dice qualcosa, colgo l’occasione per dare una pacca sulla spalla a Paolo e mentre sorrido gli dico velocemente: “A Pa’ nun fa cazzate che qui ce gonfiano” aggiungo immediatamente e con un altro sorriso “ da qui non ne usciamo vivi”. Paolo invece mi dice che secondo lui questi sono tutti boscaioli e sono brava gente, a me sembra di essere invece nello spaccio di una caserma di confine della legione straniera. Prendiamo due birre e zitti zitti ce ne usciamo dal locale per berle fuori. Solo allora ci accorgiamo che il piazzale antistante e’ pieno zeppo di pesanti autotreni: si tratta di un albergo per camionisti e la dolce  barista dell’ ”AUBERGE DE BOURGOGNE” potrebbe da sola tenere a bada un reggimento di cosacchi del Don. Ripartiamo immediatamente da questo luogo, forse QUENTIN TARANTINO e’ passato da queste parti prime di scrivere il copione del film “DAL TRAMONTO ALL’ALBA”! Questo pensiero buffo mi tiene compagnia per parecchi chilometri, la strada e’ lunga e tranquilla ed il sole comincia a calare complice anche il traffico rarefatto cominciamo a giocare improvvisando nuove figure in Vespa: inizio a sedermi di lato come facevano le donne negli anni cinquanta, Paolo nel frattempo accavalla le gambe, cavolo! Io non ci riuscivo! Qualche giorno fa ci ho provato ed ho rischiato di cadere, ora timidamente ci riprovo…e via! Gambe accavallate! Abbiamo preso in questi giorni una profonda confidenza con le Vespe e le guidiamo con la stessa sicurezza di quando avevamo diciotto anni ed eravamo in sella perennemente! Inizio a comandare il gas con la mano sinistra, lascio il manubrio, ad un tratto Paolo mi sorpassa in piedi sulla pedana e con le braccia aperte, chiameremo questa figura “IL TITANIC”. Ora ci sentiamo sicuri di poter far quello che vogliamo con le nostre vespe, mentre guido estraggo la macchina fotografica, faccio foto, mi giro all’indietro, insomma sono un tutt’uno con la mia Vespa .  Verso le 19,30 giungiamo a Chalon, non siamo affaticati, non abbiamo dolori, anche le Vespe sembrano in forma. Siamo di ottimo umore. L’economicissimo albergo dell’andata e’ purtoppo pieno ma troviamo un'altra sistemazione in un vicino albergo. Doccia, cena e sonno ristoratore, domani il viaggio continua.       
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RAID DEI LEONI
« Risposta #19 il: 23 Giugno , 2011, 07:58:02 »
Uffi queste interruzioni, mi piace leggere di questi racconti, scoprire che esistono legami di amicizia che ti permettono di fare questo genere di pazzie. Non ci tenere su le spine e prosegui il racconto, mi sto divertendo.
Se farai un altro viaggio del genere fammi sapere, che magari partecipo pure io.
Ciao
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